Road to Brasil: Italia

di Davide PITEO

Dopo il terzo posto dello scorso anno in Confederetion Cup,gli azzurri in Brasile vanno in cerca del quinto titolo iridato

Dopo la Spagna, il nostro cammino verso Brasile 2014 continua in suolo europeo con la nazionale azzurra per eccellenza (anche l’Uruguay ha la maglia azzurra): ossia: l’Italia una delle Nazionali di calcio più titolate del mondo: annovera nel suo palmarès quattro campionati mondiali (1934, 1938, 1982 e 2006, record europeo e seconda al mondo dopo il Brasile) e un campionato europeo (1968).

È inoltre una delle cinque nazionali maggiori (assieme a quelle di Belgio, Svezia, Uruguay e Regno Unito) a potersi fregiare del titolo di “olimpionica”, essendosi aggiudicata il torneo a cinque cerchi del 1936 (uno dei sette riservati alle nazionali maggiori e disputati dal 1908 al 1948), discorso diverso nella Confederations Cup, ultimo trofeo internazionale riconosciuto dalla FIFA, dove il solo piazzamento di rilievo è il terzo posto conquistato sempre in Brasile nel 2013.

In bacheca, infine, annovera anche due Coppe Internazionali, competizione continentale antesignana dell’attuale campionato d’Europa. Al mondiale è arrivata tra le prime quattro classificate in otto edizioni (sei le finali) e cinque volte all’europeo (tre le finali); dopo la Germania, è la Nazionale europea con il maggior numero di piazzamenti nei primi quattro posti nelle due competizioni.

Nella graduatoria FIFA in vigore da agosto 1993 ha occupato più volte il 1º posto, la prima volta a novembre dello stesso anno, mentre il peggior posizionamento è stato il 16º posto raggiunto a ottobre 2010; al momento occupa il 9º posto della graduatoria all’aprile 2014. Per quanto riguarda le vicende più importanti della Nazionale di calcio italiana, esse sono legate alla Nazionale A che, almeno fino alla differenziazione delle varie categorie di selezione, era la nazionale unica, che assumeva varie fisionomie a seconda del torneo al quale essa partecipava.

Per fare un esempio, se è normale che nel corso dei tornei maggiori quali Coppa Internazionale o Campionato del Mondo venisse schierata la formazione più competitiva possibile, nel corso del torneo olimpico si dava spazio a professionisti di seconda fascia, in genere giovani universitari, come coloro che vinsero il torneo calcistico delle Olimpiadi di Berlino nel 1936. Nel dopoguerra vennero inserite categorizzazioni più precise soprattutto per inserire criteri oggettivi e uguali per tutti di selezione dei giocatori, sia per via della progressiva istituzione di tornei giovanili, sia per dare un quadro di riferimento chiaro al torneo olimpico di calcio: il regolamento olimpico prevede infatti che la partecipazione sia riservata solo ad atleti il cui status sia formalmente di dilettante.

Ma questo faceva sì che molte federazioni che ammettevano il professionismo fossero costrette a mandare i loro giocatori di seconda, se non terza fascia (secondo una formula empirica di compromesso variata nel tempo, i professionisti meno in vista e meno pagati e, successivamente, quelli che non avessero mai partecipato alle fasi finali di un campionato continentale o di quello mondiale), mentre federazioni i cui atleti avevano lo status di dilettante (ad esempio l’URSS e in generale tutte quelle del blocco dell’Est Europeo) potevano mandare in pratica la propria nazionale maggiore.

Non a caso per lunghissimo tempo nel dopoguerra il torneo olimpico di calcio fu appannaggio di squadre come la stessa URSS, Cecoslovacchia, Germania Est e Ungheria, fino a che dopo l’edizione olimpica del 1988 a Seul fu deciso che le squadre di calcio olimpiche fossero, per tutti i partecipanti, le loro selezioni Under-21 (o Under-23), con al massimo tre calciatori fuori quota. La Nazionale italiana vanta 4 titoli mondiali (1934, 1938, 1982, 2006) e un Europeo (1968).

Inoltre ha conquistato un oro olimpico nel 1936 e 2 Coppe Internazionali conquistate negli anni venti e trenta. Il periodo d’oro fu quello degli anni trenta in cui vennero conquistati due Mondiali (unica nazione assieme al Brasile ad averne vinti due consecutivi). Seguì un periodo di calo, complice la seconda guerra mondiale e la tragedia di Superga del 1949. Infatti l’Italia non ebbe successo ai Mondiali del 1950, né a quelli del 1954, addirittura non si qualificò al quelli del 1958, e di conseguenza rinunciò a prendere parte al primo campionato europeo, la cui fase finale si svolse nel 1960.

Ai Mondiali del 1962 usci al primo turno in una spedizione mal gestita, a quelli del 1966 andò peggio perché furono eliminati dai semi-professionisti della Corea del Nord. La rinascita avvenne nel 1968 con la vittoria dell’Europeo in Italia, mentre due anni dopo ai Mondiali di Messico ’70 gli azzurri avrebbero dato vita alla famosa semifinale contro la Germania Ovest, ricordata come la partita del secolo, vinta per 4-3. In finale sarebbero stati poi sconfitti dal Brasile di Pelé per 4-1.

Dopo i disastrosi Mondiali del 1974, dove furono esclusi al primo turno, ben figurarono al Mondiale di Argentina del 1978 dove la nazionale espresse un bel gioco e si piazzò al quarto posto. Le premesse per far bene anche al Mondiale successivo in Spagna c’erano tutte e infatti, dopo un incerto avvio nella fase a gironi, gli azzurri allenati da Enzo Bearzot batterono in sequenza l’Argentina di Maradona e il Brasile di Zico e Falcão e in semifinale la sorprendente Polonia.

In finale affrontarono la Germania Ovest che sconfissero per 3-1. Il capocannononiere del torneo fu Paolo Rossi. La nazionale non si sarebbe qualificata per l’Europeo del 1984. Dopo i Mondiali del 1986, che segnarono l’addio di Bearzot, gli azzurri di Azeglio Vicini espressero bel gioco all’europeo del 1988, dove raggiunsero la semifinale contro l’URSS, che poi perse la finale contro l’Olanda.

Una bella Nazionale si presentò al Mondiale in casa del 1990, ma in semifinale, dopo i rigori, ebbe la meglio l’Argentina di Maradona. Nella finale per il terzo posto gli azzurri sconfissero l’Inghilterra. L’Italia non si qualificò per l’Europeo del 1992 e Vicini fu esonerato a due giornate dalla fine delle eliminatorie. Il sostituto Arrigo Sacchi, reduce dai grandi successi con il Milan, qualificò la nazionale per il Mondiale statunitense del 1994.

Qui gli azzurri superarono la fase a gironi come migliore terza, dopo aver ottenuto una vittoria, un pareggio ed una sconfitta in tre partite, e poi proseguirono il cammino sino alla finale, trascinati dai gol di Roberto Baggio, che eliminarono Nigeria, Spagna e Bulgaria.

Nella finale di Pasadena gli azzurri pareggiarono senza reti contro il Brasile, ma persero nuovamente ai rigori, nella prima finale di un Mondiale decisa dai tiri dal dischetto. L’avventura all’europeo inglese del 1996 finì già al primo turno, dopo una vittoria, un pareggio e una sconfitta. Ai Mondiali del 1998, nel difficile quarto di finale contro la Francia padrona di casa, gli azzurri di Cesare Maldini persero ancora una volta ai rigori.

L’occasione per una rivincita arrivò due anni dopo ad Euro 2000, dove gli azzurri giunsero in finale, proprio contro la Francia. Passata in vantaggio nel primo tempo con una rete di Marco Delvecchio, la squadra di Dino Zoff parve in procinto di condurre in porto il successo, ma i francesi pareggiarono all’ultimo istante della partita. Con gli azzurri troppo scioccati per reagire, la Francia segnò il golden goal che le garantì il titolo europeo.

A seguito di alcuni sprezzanti giudizi in diretta televisiva di Silvio Berlusconi, sentendosi leso ingiustamente nella sua dignità, per protesta Zoff si dimise tre giorni dopo la finale, lasciando il posto a Giovanni Trapattoni. Peggio andarono i Mondiali del 2002 in Giappone e Corea del Sud: la squadra alla vigilia era tra le favorite, ma, dopo aver passato a fatica il primo turno esprimendo un gioco difensivista e rinunciatario, fu eliminata ancora al golden goal negli ottavi dai padroni di casa della Corea del Sud (1-2).

Fu il risultato peggiore dal Mondiale 1986. Ad Euro 2004 l’Italia uscì dal torneo al primo turno. Al Mondiale 2006 l’Italia di Marcello Lippi fu grande protagonista. Dopo aver superato brillantemente la fase a gironi, eliminò Australia e Ucraina e ai tempi supplementari la Germania padrona di casa.

In finale trovò nuovamente la Francia e qui gli italiani vinsero dove avevano fallito sei anni prima, ai rigori. Il calcio di rigore di Fabio Grosso incoronò gli azzurri campioni del mondo per la quarta volta. Lippi lasciò dopo il successo e fu sostituito da Roberto Donadoni, che guidò la Nazionale a Euro 2008. L’Italia superò la prima fase battendo la Francia per 2-0 nella terza partita del girone e ai quarti di finale pareggiò a reti bianche contro la temibile Spagna, futura vincitrice del torneo, che la sconfisse ai tiri di rigore.

La vittoria ai Mondiali del 2006 permise agli azzurri, nel frattempo tornati sotto la guida di Lippi, di partecipare all’edizione 2009 della Confederations Cup, che si svolse in Sudafrica. L’Italia fu eliminata al primo turno dopo aver vinto contro gli Stati Uniti, poi finalisti nel torneo e perso contro Egitto e Brasile, poi vincitore della competizione. Ai Mondiali 2010 in Sudafrica la squadra azzurra, guidata ancora da Lippi, deluse molto, classificandosi ultima nel girone composto anche da Slovacchia, Paraguay e i semi-professionisti della Nuova Zelanda che al termine del torneo fu l’unica squadra a non subire alcuna sconfitta.

Con due pareggi e una sconfitta gli azzurri furono eliminati dal torneo al primo turno per la sesta volta, fatto che non accadeva da 36 anni ed inoltre, per la prima volta in 17 partecipazioni, senza vincere alcuna partita. Dopo la fine del Mondiale 2010 la Nazionale italiana passò sotto la guida del nuovo commissario tecnico Cesare Prandelli, il cui ingaggio quadriennale era già stato ufficializzato il 30 maggio 2010.

Il Mondiale sudafricano segnò anche l’addio del capitano della Nazionale Fabio Cannavaro(la cui fascia di capitano passerà a Gigi Buffon) e di un’altra pedina storica come Gennaro Gattuso. Durante le qualificazioni al campionato europeo di calcio 2012, la Nazionale di Prandelli, a seguito della vittoria contro la Slovenia del 6 settembre 2011 (1-0), ottiene il record di precocità per quanto riguarda le qualificazione alla competizione continentale, conseguita con due turni d’anticipo con 22 punti in sole otto partite.

L’Italia si presenta a Euro 2012 superando un girone composto dalla Spagna, campione del Mondo e d’Europa in carica, dalla Croazia e dall’Irlanda. Approda ai quarti di finale, dove vince contro l’Inghilterra ai rigori, quindi sconfigge in semifinale la Germania per 2-1. In finale la squadra subisce una pesante sconfitta dalla Spagna (0-4); il secondo posto permette però agli Azzurri di partecipare l’anno seguente alla Confederations Cup (essendo la nazionale spagnola già qualificata come vincitrice del Mondiale 2010). Nella suddetta competizione l’Italia, alla sua seconda partecipazione, si comporta meglio rispetto all’edizione del 2009, passando il girone eliminatorio come seconda (vince contro Messico e Giappone, e perde l’ultima sfida contro i padroni di casa del Brasile) e venendo sconfitta in semifinale, ancora dalla Spagna, ai calci di rigore; nella finale per il terzo e quarto posto, l’undici italiano conquista la medaglia di bronzo battendo, nuovamente ai rigori, l’Uruguay.

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Redazione

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