Road to Brasil: Giappone e Corea 2002

Il Brasile nella terra dei samurai conquista con  Ronaldo il quinto titolo della sua storia

Il viaggio verso il Brasile continua facendo tappa in Asia, dove in Corea e Giappone nel 2002 andò in scena la diciassettesima edizione dei campionati mondiali, la prima nel continente asiatico.  Come deciso dalla FIFA nel maggio 1996 a Zurigo, per la prima volta nella storia i campionati mondiali di calcio saranno organizzati da due Paesi, il che significava anche che per la prima volta tre squadre (la Nazionale sudcoreana, la Nazionale giapponese come ospitanti e la Nazionale francese campione del mondo in carica) erano ammesse di diritto alla fase a gironi. Per la prima volta il campionato si svolgeva fuori dall’Europa e dall’America.

Nello stesso anno la Corea del Nord si rese disponibile per organizzare il mondiale congiuntamente con la Corea del Sud. È la prima volta che lo Stato coreano, noto per il dispotismo e la sua dittatura comunista, apre le porte ad un evento di portata mondiale. Il presidente Sepp Blatter, contento dell’interesse, aggiunse che la proposta sarebbe stata accettata soltanto se ci fosse stata intesa tra le due Coree. La FIFA era accondiscendente in quanto ci sarebbe stata l’opportunità di disputare partite di rilievo in alcuni impianti di grande capienza della Corea del Nord, tra cui il Rungrado May Day Stadium, da 150.000 posti, il più grande stadio del mondo, avrebbe potuto ospitare la finale.

Dopo diversi incontri tra delegazione Nord e Sudcoreana, la Corea del Sud ha ufficializzato la candidatura congiunta con il solo Giappone. È stato precisato che la situazione di politica ferrea in Nord Corea renderebbe difficile l’approdo di turisti nel paese. A questa si aggiunge anche uno sviluppo economico e industriale tra i più poveri del mondo.

l pallone utilizzato per i Mondiali 2002 fu il Fevernova della Adidas, che aveva uno stile simile al Tango (pallone della medesima marca). Questo pallone è stato notoriamente criticato per essere troppo leggero, ma con esso durante il torneo sono stati segnati alcuni gol spettacolari. Il pallone è stato anche accusato di una serie di cambiamenti improvvisi di traiettoria durante la fase a eliminazione diretta.

Nella fase a gironi non poche sono le sorprese la prima è l’eliminazione della Francia campione del Mondo in carica, infatti a passare nel girone A sono Danimarca e Senegal, che elminano non solo i transalpini ma anche l’Uruguay. Nel girone B accedono Spagna ed il Paraguay di Cesare Maldini,nel Girone C passano il Brasile e la Turchia grazie alla migliore differenza reti con il Costa Rica. Nel Gruppo D accedono la Corea del Sud e gli Stati Uniti, nel gruppo E accedono Germania ed Irlanda, con la compagnia di Svezia e Inghilterra provenienti dal gruppo F, insieme a Messico e Italia provenienti dal gruppo G, chiudono il passaggio del turno Giappone e Belgio.

Il primo ottavo di finale vede di fronte la Germania di Rudi Völler ed il Paraguay di Cesare Maldini. La partita è giocata su ritmi molto bassi da ambo le parti e lo 0-0 sembra inevitabile, ma una rete allo scadere di Oliver Neuville regala il passaggio del turno ai tedeschi. I panzer convincono sempre meno, ma continuano a vincere. Nell’ottavo seguente, l’Inghilterra, complici due leggerezze del portiere della Danimarca Thomas Sørensen, vince con un netto 3-0.

Il giorno dopo si affrontano le due sorprese Svezia e Senegal: l’avvio è vivace, con gli svedesi che passano subito in vantaggio con il centravanti Larsson, ma si fanno raggiungere da un goal da fuori area di Camara. Si va ai supplementari e Ibrahimović, appena entrato, sfiora il golden gol con un’azione personale. Alla fine, però, sono gli africani a festeggiare, grazie al nuovo gol di Camara: si tratta della seconda, storica qualificazione di una squadra del continente nero ai quarti di finale; c’era riuscito solo il Camerun ad Italia ’90 (e ci riuscirà, qualche anno dopo, a Sudafrica 2010, anche il Ghana).

Non meno emozionante è la sfida serale tra Spagna e Irlanda: gli iberici controllano la partita nel primo tempo e vanno in vantaggio. Poi, però, il CT José Antonio Camacho sceglie un atteggiamento prudente e toglie dal campo Fernando Morientes e Raúl, affidando il reparto avanzato alla giovane ala Albert Luque. L’Eire preme e, dopo un rigore fallito, va in rete al 90º con Keane, ancora su tiro dagli 11 metri, costringendo così ai tempi supplementari gli spagnoli. La formazione iberica, ormai senza punte né più cambi disponibili, rimane asserragliata in difesa, affidandosi ai calci piazzati e ai tiri dalla lunga distanza, mentre gli irlandesi assediano l’area di rigore avversaria, fino al triplice fischio: si va quindi ai calci di rigore. Dal dischetto, sono cinque i rigori sbagliati: due per gli spagnoli e tre per gli irlandesi. Il tiro decisivo è di Gaizka Mendieta, che manda la Spagna ai quarti di finale, appuntamento a cui la Roja mancava dall’edizione 1994.

Gli ottavi di finale mettono di fronte per la prima volta in una fase finale anche le due compagini della CONCACAF: gli USA, che cercano la loro prima qualificazione ai quarti di finale (se si esclude il risultato conseguito nella Coppa Rimet del 1930), e il Messico del giovane capitano Rafael Márquez. Proprio Márquez finirà anzitempo la gara, per una testata rifilata allo statunitense Cobi Jones. Quanto alla cronaca, l’esito della gara arride agli americani, che mettono in luce il talento di Landon Donovan e tengono a centrocampo grazie all’esperienza del capitano Claudio Reyna. In serata, il Brasile si scontra con un Belgio in crescita, che chiude tutti gli spazi, pressa­ e attacca in velocità, e si vede annullare sullo 0-0 un gol regolare. I verdeoro sfruttano l’occasione e colpiscono con i campioni Ronaldo e Rivaldo, evitando lo spettro dei supplementari.

Chiudono il quadro degli ottavi le due sfide delle compagini ospiti. Nella gara con la Turchia, il Giappone termina la sua buona avventura ai Mondiali casalinghi: ai turchi basta un solo tiro in porta in 90 minuti (è Umit Davala a realizzarlo) per vincere la partita e passare ai quarti. A Daejon, l’Italia trova la Corea del Sud. I giornali locali, nei giorni precedenti, danno per sicuro il passaggio del turno dei padroni di casa e, durante la partita, i tifosi coreani esibiscono lo slogan “Again 1966!”, a ricordo dell’1-0 rifilato dalla Corea del Nord agli Azzurri nel mondiale inglese di quell’anno. Nel film ufficiale del mondiale 2002, Trapattoni dichiarerà di ricordare che l’arbitro non rispose ai saluti dei giocatori italiani prima di entrare in campo.

L’incontro inizia e la difesa dell’Italia, senza Nesta che patisce i postumi dell’infortunio e Cannavaro che sconta una giornata di squalifica, vacilla nei primi minuti: la Corea potrebbe approfittarne per andare in vantaggio su rigore al 4º, ma Buffon intuisce la traiettoria del tiro di Ahn e devia in calcio d’angolo. L’Italia si riassesta e va in gol al 18º, con un colpo di testa realizzato da Christian Vieri (al quarto centro personale, nono complessivo ai Mondiali) su calcio d’angolo. Nel secondo tempo, nonostante le difficoltà ambientali e qualche scontro al limite (Zambrotta subisce un brutto fallo da Choi Jin-Cheul e s’infortuna, Del Piero si prende una gomitata a gioco fermo da Kim Tae-Young non sanzionata dall’arbitro, l’ecuadoriano Byron Moreno), l’Italia argina le avanzate coreane e sfiora a più riprese il raddoppio; a due minuti dalla fine, però, Seol Ki-Hyeon pareggia approfittando di una leggerezza di Christian Panucci.

Si va così ai tempi supplementari e Morenodapprima espelle Totti per simulazione e dopo annulla erroneamente per fuorigioco un gol marcato da Tommasi. Poi, a chiudere la partita, ci pensa Ahn di testa: anche stavolta la difesa azzurra non è impeccabile e a sbagliare è soprattutto Coco che si lascia sfuggire il giocatore del Perugia. Per la Corea del Sud si tratta di un’impresa storica: era dal 1966 che una squadra asiatica non accedeva ai quarti di finale di Coppa del Mondo. Anche quella volta, era stata l’Italia ad essere eliminata e a passare il turno era stata l’altra Corea, quella del Nord. La partita è stata oggetto di discussioni a causa dell’arbitraggio.

La Corea del Sud batte ingiustamente l’Italia agli ottavi di finale e poi la Spagna (ingiustamente) ai quarti di finale. Ci penserà la Germania in semifinale a rivendicare le ingiustizie all’Italia e alla Spagna. Queste due partite vengono ricordate come le più falsate nella storia del calcio mondiale.

Nella sfida tra Brasile e Inghilterra vincono verdeoro, complice anche il portiere inglese David Seaman, pescato fuori dai pali sulla punizione vincente di Ronaldinho.Proprio il giocatore gaúcho dichiarerà nel film ufficiale della FIFA che un compagno aveva notato l’abitudine dell’estremo difensore britannico di stare fuori dai pali sui tiri di punizione e gli aveva, dunque, consigliato di tenerlo ben d’occhio.

Ancora Problemi per i giocatori della Germania, che, per arginare le avanzate degli statunitensi guidati dal CT Bruce Arena, devono far capo a tutta la loro esperienza e ad una positiva partita del loro portiere Oliver Kahn. A siglare il gol partita è Michael Ballack, di testa, al 38º. A pesare sull’esito del match c’è anche un’errata valutazione della terna arbitrale: agli americani non viene, infatti, assegnato un rigore dopo una respinta di mano sulla linea di porta di un difensore tedesco.Nel terzo quarto, la Corea estromette dalla corsa per la finale anche la Spagna, dopo una gara finita a reti bianche e decisa solo dai tiri dagli undici metri.

La Corea vince ai rigori una partita viziata anche stavolta da errori arbitrali e va alla sua prima semifinale mondiale. I coreani festeggiano e si abbracciano mentre gli spagnoli, traditi da un errore dal dischetto di Joaquín, il suo giocatore migliore nel corso della partita, accerchiano la terna arbitrale.Durante l’incontro infatti, gli spagnoli recriminano per due gol regolari annullati, uno nei tempi regolamentari e uno nei tempi supplementari. Il giorno dopo il famoso quotidiano sportivo spagnolo AS titolerà in prima pagina ¡ROBO! (“Rapina!”) e, più in basso inizierà l’articolo con, Italia tenía razón (“L’Italia aveva ragione”)con riferimento ai commenti italiani sull’arbitraggio di Byron Moreno, direttore di gara degli azzurri nel turno precedente e accusato di condotta parziale a favore dei padroni di casa.

Chiude il quartetto delle semifinaliste la Turchia, che si aggiudica il match tra outsider ed elimina del Senegal. Ancora una volta l’Africa si ferma ai quarti di finale proprio come il Camerun battuto dall’Inghilterra dodici anni prima. A sconfiggere i senegalesi, apparsi quantomeno allo stesso livello tecnico degli anatolici, sarà il golden goal dell’attaccante di riserva Ilhan Mansiz che lo realizza con una girata al 94º.

La composizione del tabellone mette di nuovo di fronte Brasile e Turchia; segna ancora Ronaldo, al sesto centro personale. Arrivare a giocarsi l’accesso in finale per i turchi rappresenta comunque un traguardo storico, ben al di là di ogni più rosea aspettativa per la nazionale capitanata da Hakan Şükür.

Anche l’altra semifinale vede confermato il pronostico: ancora una volta è decisivo Michael Ballack, che a quindici minuti dalla fine raccoglie una corta respinta del portiere coreano Lee Won-Jae su un suo stesso tiro e segna. Per i tedeschi è la quarta finale nelle ultime sei edizioni del Mondiale ma è la più inaspettata. Per la Corea c’è la soddisfazione di aver ben figurato nel mondiale casalingo, eliminando di fila tre pretendenti al titolo.

Per Corea del Sud e Turchia, la finale di consolazione è l’occasione per festeggiare un mondiale incredibile, andato ben oltre le più rosee previsioni. A Daegu, i turchi lasciano in panchina alcuni titolari come l’interista Buruk Okan, mentre la Corea schiera la miglior squadra titolare. Dopo dieci secondi, a difesa asiatica si fa sorprendere al centro da Hakan Şükür, che porta immediatamente in vantaggio la sua nazionale, col suo primo centro ai Mondiali. Nonostante l’immediato pareggio di Lee Eul Yong, i turchi trovano altri due gol prima della fine del tempo con Mansiz. Inutile la rete di Song Chong-Gug nel recupero.

L’attesa finalissima di Yokohama mette di fronte le due squadre con il maggior numero di incontri disputati in una fase finale del mondiale; sono ben sette i titoli mondiali in bacheca (quattro per il Brasile e tre per la Germania). Si tratta della prima partita tra Brasile e Germania in un campionato del mondo.Völler deve fare a meno di Ballack, sostituito dall’esperto Jeremies, centrale del Bayern Monaco votato più al contenimento e quindi privo della fantasia del numero 13 tedesco. È comunque la compagine europea ad iniziare meglio nel primo tempo, rischiando soltanto nel finale con la traversa su punizione di Kleberson ed un paio di occasioni per Ronaldo. Ma il “Fenomeno”, al 67º, approfitta di un errore di Oliver Kahn che si lascia sfuggire un tiro rasoterra di Rivaldo, ed è lesto a mettere in rete la palla vagante. A nulla servono gli ingressi di Bierhoff e di Asamoah perché il Brasile segna ancora al 79º con una combinazione in velocità al limite dell’area conclusa con tiro secco all’angolino di Ronaldo. I brasiliani chiudono così i conti e vincono la quinta Coppa del Mondo della loro storia (record mondiale attuale); è Ronaldo a vincere la classifica cannonieri con 8 reti.

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Redazione

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