Road to Brasil: Germania

La Germania tre volte campione del Mondo e d’Europa, in Brasile cerca un nuovo rilancio

La terza tappa europea del nostro viaggio verso Brasile 2014, è la Germania, patria di una delle selezioni più forti al Mondo, infatti ha conquistato per ben tre volte sia i campionati mondiali sia quelli europei; nelle medesime competizioni è giunta a disputare la partita finale rispettivamente sette e sei volte: in entrambi i casi si tratta di un record.

Inoltre è arrivata tra le prime quattro per dodici volte al Mondiale ed otto volte all’Europeo, anch’esse record; ai campionati europei, vanta altresì il maggior numero di partecipazioni, undici. Complessivamente è la nazionale europea con il maggior numero di presenze e di partite disputate nelle due massime competizioni, e la compagine europea con la migliore continuità di risultati in queste due competizioni.

A livello continentale condivide il record di vittorie (tre) con la nazionale spagnola, mentre nel mondiale è attualmente la nazionale con il maggior numero di partite disputate in assoluto. Tra il 1899 ed il 1901 ci furono ben cinque partite non ufficiali fra diverse selezioni tedesche e inglesi, tutte terminate in clamorose sconfitte per i teutonici.

Otto anni dopo la fondazione della DFB, fu disputata la partita d’esordio della nazionale ufficiale tedesca, precisamente il 5 aprile 1908, contro la Svizzera a Basilea, che però fu vinta dagli elvetici 5-3. Da notare che a quel tempo non c’era un CT e i giocatori vennero direttamente convocati dalla federazione.

La Germania partecipò al torneo olimpico di calcio 1912 venendo subito eliminata al turno preliminare dall’Austria per 5-1. Al torneo di consolazione per le squadre eliminate al turno preliminare e al primo turno arrivò fino in semifinale dove fu eliminata dall’Ungheria per 3-1. Il primo commissario tecnico della squadra fu Otto Nerz, un insegnante scolastico di Mannheim, che guidò la squadra dal 1926 al 1936.

La Germania arrivò terza nel Mondiale del 1934, che fu anche la sua prima apparizione ad un torneo iridato. Due anni dopo l’incarico fu affidato a Sepp Herberger. Dopo che l’Austria (avente all’epoca una grande selezione nazionale) fu annessa alla Germania nel 1938 nell’Anschluss, i giocatori austriaci delRapid Vienna (che fu tra l’altro l’unica austriaca a vincere la Bundesliga) si aggiunsero alla selezione teutonica in breve tempo per motivi politici. Tuttavia, nei Mondiali del 1938, la Germania unita fu eliminata al primo turno (in un doppio confronto con la Svizzera), unica volta per la squadra in un campionato del mondo.

Al termine della Seconda guerra mondiale, con la Germania ormai divisa in due entità politiche differenti, Repubblica Democratica tedesca e la Repubblica Federale tedesca, e devastata dalla guerra, la situazione calcistica era alquanto problematica. Si formò un’altra federazione che si staccò dalla DFB per amministrare indipendentemente il calcio nella Germania dell’Est, formando una propria nazionale. Oltre a questo, la formazione tedesca, ormai nazionale della Germania Ovest, non era vista di buon occhio: per i primi anni solo le vicine Svizzera ed Austria, oltre che la Turchia giocarono con la Germania Ovest.

Fu la Repubblica d’Irlanda ad interrompere questo tabù ed accordarsi con la DFB per un partita. Oltre alla poca considerazione internazionale, i tedeschi non furono ammessi ai Mondiali del 1950 in Brasile, ma paradosso volle che vincessero il successivo nel1954 in Svizzera, guidati da Fritz Walter e ancora allenati da Sepp Herberger. Giocarono la finale contro la favoritissima Ungheria, che li aveva battuti 8-3 in una partita del primo turno, conseguendo una rimonta incredibile dopo essere caduti in svantaggio di ben due reti: la terza marcatura fu messa a segno da Helmut Rahn a sei minuti dal termine.

Questo successo incredibile fu chiamato Miracolo di Berna, che creò un senso di euforia nella Germania del dopoguerra ed è accreditato come uno degli episodi chiave della ripresa economica del Paese. Conclusasi con un quarto posto l’avventura al Mondiale del 1958 e raggiunti i quarti di finale in quello del 1962, Helmut Schön divenne allenatore nel 1964. Il cambio in panchina portò i suoi frutti, dato che nei Mondiali del 1966, la Germania Ovest raggiunse la finale, trovandosi di fronte però l’Inghilterra padrona di casa a Wembley. Soltanto un gol all’ultimo minuto di Wolfgang Weber portò la situazione in pareggio e aprì lo scenario dei tempi supplementari, ma due gol di Geoff Hurst, che segnò una prestigiosa tripletta, coronarono campione l’Inghilterra per 4-2.

Un’altra memorabile sconfitta tedesca ai supplementari avvenne nei Mondiali del 1970 in Messico, questa volta in semifinale contro l’Italia allo Estadio Azteca. Karl-Heinz Schnellinger pareggiò nei minuti di recupero portando il risultato sull’1-1 e durante i supplementari entrambe le squadre passarono in testa, prima la Germania con un gol di Gerd Müller; il capitano Franz Beckenbauer rimase in campo con una spalla slogata ed il braccio disgiunto dal resto del corpo.

L’Italia poi si impose per quel che ormai è conosciuto come “4-3 messicano”, aggiudicandosi la partita più combattuta e drammatica mai disputata in un mondiale, talmente epica ormai che viene chiamata Jahrhundertspiel (“Partita del secolo”) anche in Germania.

La formazione teutonica si dovette accontentare di un terzo posto ottenuto con un risultato di misura (1-0) sull’Uruguay, mentre Gerd Müller si aggiudicò la classifica marcatori della competizione con 10 reti. Nel 1971, Franz Beckenbauer divenne capitano della Germania Ovest e la guidò alla conquista prima dell’Europeo successivo e poi del mondiale disputato in casa.

La prima vittoria del torneo continentale, nel 1972 si concretizzò con una vittoria netta per 3-0 sull’Unione Sovietica. Due anni dopo, al Campionato mondiale di calcio 1974, fu il turno dell’Olanda di Johan Cruyff, che perse nella finale disputata all’Stadio Olimpico di Monaco di Baviera per 2-1. Nei Mondiali di calcio Italia 1990 la Germania Ovest raggiunse per la terza volta consecutiva la finale, questa volta vincendola.

Capitanata da Lothar Matthäus, dopo aver battuto la Jugoslavia per 4-1, gli Emirati Arabi Uniti 5-1 e pareggiato 1-1 con la Colombia nel girone eliminatorio, sconfisse negli ottavi l’Olanda 2-1, nei quarti la Cecoslovacchia 1-0 e in semifinale l’Inghilterra 4-3 ai rigori dopo un 1-1 approdando in finale. Qui ritrova l’Argentina del solito Maradona.

Dopo un confronto molto duro (definito tra i più brutti della storia del calcio), la Germania Ovest vinse 1-0 grazie ad un rigore all’84’ di Andreas Brehme. Beckenbauer, che vinse il titolo anche come capitano nel 1974, divenne così la seconda persona (dopo Mário Zagallo) ad aver vinto il mondiale da giocatore, capitano e da allenatore, inoltre con questo risultato la Germania Ovest diventa la prima Nazionale europea a battere una Nazionale sudamericana in finale.

Dopo la vittoria nel 1990, Beckenbauer lasciò la panchina all’assistente Berti Vogts, mentre la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca portarono alla fusione delle due Nazionali in una nuova definitiva Germania. Il periodo di separazione lasciò uno scenario di prestigio per la Nazione occidentale, dato che le vittorie di campionati mondiali e tornei europei fino al campionato mondiale di calcio 1990 furono appannaggio della Germania Ovest. La medaglia d’oro alla XXI Olimpiade di Montreal 1976 fu vinta invece dalla Germania Est.

Il grosso della nuova nazionale riunificata venne articolato sul gruppo di giocatori della ex-Germania Ovest, pur con l’apporto di vari giocatori della Germania Est, come ad esempio Matthias Sammer, Thomas Doll e Ulf Kirsten. La Germania vinse il suo primo ed unico titolo dopo la riunificazione ad Euro 96, diventando campioni europei per la terza volta.

 

 

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Redazione

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