In Brasile la Francia targata Deschamps cerca un nuovo rilancio
In attesa che i Mondiali prendano il via, il viaggio che pian piano ci avvicina sempre più al Brasile ed all’edizione 2014 dei mondiali fa tappa in Francia, patria di una delle selezioni più forti al Mondo e tra le candidate per la vittoria del titolo. Infatti ad oggi la Francia ha una bacheca di tutto rispetto con la conquista di : 1 Mondiale, 2 Confederetion Cup e 2 Europei.
I momenti di gloria della Francia ruotano intorno ai due fuoriclasse Michel Platini e Zinédine Zidane. In particolare il periodo più propizio per la selezione francese fu la fine degli anni novanta, epoca in cui giocarono in Nazionale stelle della stessa generazione di quest’ultimo. La selezione francese del periodo sopraccitato, quasi sempre invariata, raggiunse le semifinali del campionato europeo del 1996 e divenne campione del mondo nel Mondiale casalingo del 1998. Due anni dopo conquistò il titolo di campione d’Europa vincendo l’Europeo di Belgio-Olanda grazie al successo in finale contro l’Italia per 2-1 al golden gol.
Nel 2001 si aggiudicò anche la Confederations Cup, vinta nuovamente 2 anni dopo (2003). Nel 2006 tornò a disputare la finale del campionato del mondo, trovandosi di fronte l’Italia nella riedizione della finale di Euro 2000 e del quarto di finale del mondiale casalingo di otto anni prima, ma questa volta perse la partita ai calci di rigore. ino agli anni cinquanta la Nazionale francese non ottenne risultati notevoli.
La prima partita dei bleus risale al 1904 contro il Belgio e terminò 3-3. La selezione partecipò a tutte e tre le edizioni della Coppa del mondo precedenti alla seconda guerra mondiale. Nel 1930 Lucien Laurent segnò il primo gol nella storia dei Mondiali, in una vittoria per 4-1 contro il Messico. Nel 1938 la Francia giunse ai quarti di finale del Mondiale disputato in casa, dove fu eliminata dall’Italia con il punteggio di 3-1.
Terminata la guerra, la situazione migliorò e nel campionato del mondo 1958 la Francia fu sconfitta soltanto in semifinale dal Brasile, dopo aver patito l’infortunio del difensore centrale Robert Jonquet e la tripletta di Pelé. In quel torneo la nazionale si piazzò terza, sconfiggendo la Germania per 6-3 nella finale per il terzo posto. L’attaccante Just Fontaine in 6 partite realizzò ben 13 gol, cifra che rappresenta ancora oggi un record per la fase finale di un Mondiale. In quel periodo l’ossatura della squadra era composta in gran parte da giocatori o ex giocatori del forte Stade de Reims come Raymond Kopa, Robert Jonquet, Roger Marche e Just Fontaine, cui si aggiungeva Roger Piantoni.
Il terzo posto ai Mondiali svedesi fu comunque un traguardo isolato, dato che nel ventennio seguente i galletti avrebbero collezionato soltanto eliminazioni al primo turno o addirittura mancate qualificazioni alla fase finale dei Mondiali e degli Europei. Nella prima edizione degli Europei la Francia giunse tra le prime quattro, ma nella fase finale a quattro squadre che si teneva in casa dovette fare a meno di Fontaine, autore di cinque reti tra ottavi e quarti che si erano svolti in partite di andata e ritorno, e perse così la semifinale contro la Jugoslavia per 5-4. Nella finale per il 3º e 4º posto fu superata dalla Cecoslovacchia per 2-0. Negli anni ottanta vi furono notevoli progressi, grazie a giocatori come Michel Platini, Dominique Rocheteau, Marius Trésor, Alain Giresse e Luis Miguel Fernández.
I bleus arrivarono quarti ai Mondiali del 1982 (con il CT Michel Hidalgo) e terzi ai Mondiali del 1986 sotto Henri Michel, venendo sconfitti in entrambe le occasioni in semifinale dalla Germania Ovest. Nel frattempo la Francia del CT Hidalgo vinse il suo primo titolo europeo nell’edizione del 1984 giocata in casa, battendo in finale la Spagna per 2-0. Nel dicembre 1993 sulla panchina dei galletti arriva Aimé Jacquet, assunto inizialmente in maniera provvisoria, poi in modo definitivo dopo una serie di confortanti vittorie in amichevole, tra cui quella contro l’Italia a Napoli nel febbraio 1994. Jacquet iniziò a ricostruire la squadra in vista del Campionato europeo di calcio 1996 da disputarsi in Inghilterra e nominò Cantona capitano.
Il giocatore aveva ricominciato a giocare bene in Premier League, ma, dopo un calcio ad un tifoso del Crystal Palace nel gennaio 1995, fu squalificato per un anno da tutte le competizioni internazionali. Dovendo sopperire all’assenza di Cantona, vero fulcro dell’attacco della squadra, il CT mise mano ad un’opera di radicale cambiamento della rosa. Escluse le storiche “bandiere” Cantona, Jean-Pierre Papin e David Ginola, modellò la formazione titolare attorno al giovane di talento Zinédine Zidane.
Le scelte di Jacquet non furono sempre popolari, ma valsero alla Francia la qualificazione per il Campionato europeo di calcio 1996. Nel torneo i blues raggiunsero le semifinali, dove furono sconfitti ai tiri di rigore dalla Rep. Ceca. Si trattava del miglior risultato della Francia dal Campionato mondiale di calcio 1986. Jacquet si disse soddisfatto di come la squadra si era comportata essendo priva di Cantona e dichiarò di voler proseguire il progetto iniziato con quei giocatori. La Francia si presentò al campionato mondiale di calcio 1998 da padrone di casa e quindi qualificata di diritto.
Dopo aver brillantemente superato la prima fase, batterono il Paraguay agli ottavi, con un golden gol di Blanc. L’ostico quarto di finale contro l’Italia si decise solo ai rigori, che arrisero ai padroni di casa, che prevalsero anche sulla Croazia (semifinale, 2-1 con doppietta di Thuram). Nella finale dello Stade de France del 12 luglio travolsero per 3-0 il Brasile campione del mondo uscente. In vantaggio di due gol già alla fine del primo tempo grazie a due reti di testa di Zidane, i francesi non soffrirono neanche dopo l’espulsione di Desailly e suggellarono la vittoria con un gol di Emmanuel Petit all’ultimo minuto di gioco. La Francia si laureò Campione del mondo per la prima volta nella sua storia.
Due anni dopo la Francia di Roger Lemerre – che aveva sostituito Jacquet dopo la vittoria al Mondiale – vinse il Campionato europeo di calcio 2000. Superati i quarti di finale contro la Spagna e la semifinale contro il Portogallo ai tempi supplementari, nella finale di Rotterdam i Bleus si trovarono in svantaggio contro l’Italia fino a pochi istanti dalla fine del match, ma riuscirono a pareggiare all’ultimo istante con Sylvain Wiltord, portando la sfida ai supplementari. Fu poi il golden gol di David Trezeguet a decretare il successo della nazionale francese, che realizzò in tal modo un’accoppiata Mondiale-Europeo riuscita prima solo alla Germania Ovest negli anni settanta, sebbene a parti invertite (prima la vittoria nel 1972 e poi quella del Campionato mondiale di calcio 1974).
L’anno dopo la striscia di successi proseguì con la vittoria della FIFA Confederations Cup 2001. Dopo il 5-0 inflitto alla Corea del Sud, i francesi persero per 1-0 contro l’Australia, ma si qualificarono come primi battendo per 4-0 il Messico nell’ultimo incontro della fase a gironi. In semifinale ebbero la meglio vincendo per 2-1 contro un Brasile che aveva lasciato a casa le sue stelle e in finale fu un gol di Patrick Vieira a sancire il successo sul Giappone.
Per la Francia fu il primo alloro nella competizione. Malgrado il flop nel mondiale del 2002, la Francia riuscì a confermarsi nella Confederations Cup 2003, cui partecipò da Campione d’Europa e come paese organizzatore. Vinto facilmente il girone con Colombia, Giappone e Nuova Zelanda, in semifinale ebbe la meglio di misura (3-2) contro la Turchia. In finale, contro un Camerun ancora scosso dalla morte di Marc-Vivien Foé, avvenuta sul terreno di gioco nella semifinale contro i colombiani, la Francia prevalse ancora di misura (1-0) con un golden gol di Thierry Henry e vinse la seconda Confederations Cup della sua storia. Henry, con 4 gol, fu capocannoniere del torneo ed eletto miglior giocatore della manifestazione.
Dopo tale successo in casa francese non ci sono stati altri successi, ora affidando all’ex capitano e tecnico juventino Deschamps la Francia in terra carioca arriva con una nuova squadra, che senza dubbio può competere per qualcosa d’importante.