Andrea Kimi Antonelli, il diciottenne pilota della Mercedes, è arrivato quarto al suo esordio in Formula 1, avvenuto durante la gara iniziale sul circuito di Melbourne, in Australia. È il secondo pilota più giovane nella storia della Formula 1 ad andare a punti (18 anni e sei mesi) dopo Max Verstappen che nel 2015 ci era riuscito non ancora maggiorenne. La gara di domenica scorsa è stata vinta da Lando Norris su McLaren, mentre hanno completato il podio il campione del mondo in carica Max Verstappen su Red Bull e il compagno di squadra di Antonelli, George Russell. Male invece le due Ferrari, con Leclerc ottavo e Hamilton decimo all’esordio con il Cavallino.
La prestazione del giovane Kimi è stata ancora più incredibile considerando che era partito 16esimo, dopo le brutte qualifiche di sabato sul circuito di Albert Park. Ma grazie alla strategia azzeccata dal muretto box (non succedeva da un po’, il leader del team Toto Wolff ha spesso compiuto errori negli ultimi due anni, evidentemente punta molto sull’alfiere italiano), a una gara estremamente incerta causa pioggia e a un numero molto elevato di ritiri, Antonelli ha recuperato dodici posizioni, ottenendo il quarto posto dopo che gli sono stati revocati cinque secondi di penalità, inizialmente assegnati per le modalità di partenza dopo l’ultimo pit stop. Inizialmente classificato quinto dietro alla Williams di Alexander Albon, in seguito gli è stata restituita la posizione ai piedi del podio.
Una prova d’esordio decisamente all’altezza per il primo pilota italiano a guidare una macchina di vertice dopo almeno una quindicina d’anni, da quando cioè Giancarlo Fisichella ha lasciato il mondo delle monoposto. Le aspettative su di lui sono sempre state alte, tanto che gli è stato permesso in appena due anni di fare il salto dalla Formula 4 alla categoria regina, saltando quindi completamente l’apprendistato in Formula 3 e dopo appena un anno nella serie propedeutica, la Formula 2.
Antonelli è nato a Bologna il 25 agosto 2006 ed è figlio d’arte: il padre, Marco Antonelli, è un ex pilota e attualmente proprietario di una squadra che gareggia in varie categorie di Gran Turismo, quelle dedicate alle auto da strada di durata lunga. Il nome Kimi, ripete spesso, non è stato scelto come omaggio al finlandese Raikkonen, ma è stato suggerito da un amico in quanto, sosteneva, suona molto bene insieme al nome Andrea e al cognome di famiglia. La sensazione di trovarci di fronte a un nomen homen, un predestinato per il mondo della Formula Uno, è comunque lampante (più che mai dopo la prova di ieri), e la speranza di ripercorrere la carriera del Kimi più esperto, ad oggi ultimo pilota vincente con la tuta della Ferrari nel lontano 2007, oltre a essere scolpita nel cuore del ragazzo è quella di tutto il movimento automobilistico italiano.
Dopo aver iniziato, come ogni pilota, a correre sui kart dagli otto anni ed essere entrato nelle categorie minori, era stato notato all’età di quindici anni dal manager della Mercedes, che lo aveva inserito nello Junior Team, il laboratorio del futuro dove vengono cresciuti i giovani talenti del futuro. Le sue prestazioni hanno ripagato la scelta fatta e l’etichetta di “pupillo” del capo non è più andata via dal casco del giovane Antonelli.
La stagione 2024, in Formula 2 con la scuderia Prema Racing non è stata molto vincente per Antonelli (per cause non sue, non guidando una macchina vincente), che però nel frattempo era diventato uno dei piloti di riserva della scuderia Mercedes di Formula 1. Partecipò alle prove libere a bordo della vettura argentata a partire dal Gran Premio d’Austria e in diverse altre gare della stagione, comprese quelle a Imola e Monza. Nel frattempo la scuderia tedesca era in cerca di un sostituto per rimpiazzare sir Lewis Hamilton, che già all’inizio del 2024 aveva annunciato il passaggio alla Ferrari per il 2025. Ad agosto la scuderia confermò ufficialmente che Antonelli avrebbe affiancato George Russell come secondo pilota titolare. Rilevare l’eredità di un pilota otto volte campione del mondo non è facile per nessuno, tantomeno per un neomaggiorenne senza nessuna esperienza in gare ufficiali. Ma il ragazzo non si è fatto spaventare, in ogni intervista appariva sorridente, sereno, tranquillo e soprattutto molto umile e consapevole di quanta strada debba ancora percorrere per migliorare. Nell’attesa di strutturarsi anche fisicamente per adattarsi alle gigantesche monoposto di categoria, e di veder finalmente sparire i brufoli tardoadolescenziali dalla faccia, il ragazzo di Bologna mette a segno un colpo decisamente promettente per il futuro. Se continua così, certamente se ne riparlerà ancora nel corso della stagione, sempre con gli stessi toni entusiastici con cui da ieri viene celebrato su ogni testata giornalistica.
L’ultimo pilota italiano a correre in Formula 1 era stato Antonio Giovinazzi, che aveva corso tra il 2017 e il 2021 per Sauber e Alfa Romeo, ottenendo come miglior piazzamento un quinto posto. Gli ultimi italiani a vincere un Gran Premio furono gli storici Giancarlo Fisichella, che ne vinse tre tra il 2003 e il 2006 con la Jordan e la Renault, e Jarno Trulli, che nel 2004 vinse a Monaco con la Renault.