Settant’anni. Il Newcastle aspettava da tanto un pomeriggio come questo in cui festeggiare un trofeo: ha aspettato tanto un pomeriggio come quello che ha vissuto a Wembley, dove ha vinto la Carabao Cup battendo meritatamente 2-1 in finale il Liverpool e conquistando il suo primo trofeo inglese dopo la FA Cup 1955, il suo primo in assoluto da quando nel 1969 vinse la Coppa delle Fiere, la “nonna” dell’attuale Europa League. Sandro Tonali, tra i protagonisti del trionfo Magpies, diventa il primo italiano a vincere un trofeo inglese dal 2018, da quando col Chelsea di Antonio Conte alzarono l’FA Cup Domenico Zappacosta e Emerson. Tonali ha giocato alla grande, ma gli eroi dei Magpies sono Dan Burn e Alexander Isak, l’uomo venuto dal niente e il centravanti da 170 milioni di euro, perfetti simboli di questo club che vuole diventare grandissimo senza dimenticarsi da dove è partito, da quel popolo con le sciarpe bianche e nere che ha invaso le strade di Londra sognando una festa come questa. Il Liverpool è scomparso quando contava di più, rilanciato solo dal gol di Federico Chiesa al 94’ minuto quando ormai era troppo tardi: solo due settimane fa sognava di vincere tutto, adesso si ritrova con 9 patite da giocare che serviranno solo a capire quando vincerà la Premier. È un traguardo enorme nella prima stagione di Arne Slot, ma quando per mesi sei stato ingiocabile, sia in Inghilterra che in Europa, può anche sembrare poco.
Il Newcastle ha veramente meritato questo trionfo. Un primo passo di un sogno per provare a diventare veramente qualcuno o, può essere considerato, come il primo passo verso la scalata alla nobiltà del calcio. La squadra bianconera è stata più intraprendente, più convinta, più viva, con Tonali che ha giganteggiato davanti alla difesa e l’intera squadra che prima ha studiato i difetti dello svogliato Liverpool e poi l’ha colpito facendo male: Quello di Burn a fine primo tempo e di Isak a inizio ripresa è stato un uno-due micidiale: il difensore nato a mezzora da Newcastle che in carriera ha assaggiato anche la quinta divisione, venerdì a 32 anni ha ricevuto la prima convocazione in nazionale in carriera e a Wembley ha dato di testa il primo cazzotto, raddoppiato poco dopo da quel centravanti che mezza Europa vuole e che il Newcastle conta invece di tenersi stretto la prossima estate, e non solo perché lo valuta 170 milioni di euro. Ora che la maledizione è finita, i Magpies contano di continuare a crescere, a fare passi verso l’elite del calcio europeo: la vittoria in Carabao Cup tecnicamente vale un posto nella prossima Conference League, ma il Newcastle in campionato è in corsa per la Champions perché quello è l’orizzonte che vuole avere. Intanto si gode questa coppa, l’idea che una maledizione che cominciava a pesare sia finita.
Il Liverpool in questa Carabao Cup ha il record di vittorie, 10, ma all’undicesima non ci è mai andato vicino. Troppo moscio da subito, come se l’eliminazione dalla Champions avesse lasciato il segno, schiacciato dal centrocampo del Newcastle, dal timore delle sue ripartenze veloci. Nemmeno Mo Salah, stavolta anonimo, ha avuto le forze per salvarlo. Solo Chiesa, in campo nell’ultima mezzora, lo ha scosso col suo gol al 94’ minuto che l’arbitro aveva inizialmente annullato. Questa diventa un’occasione persa, il resto della stagione una lunga attesa per quell’enorme ricompensa chiamata Premier.
NEWCASTLE-LIVERPOOL 2-1
Clamoroso a Wembley: il Newcastle batte 2-1 il Liverpool primo in Premier League e conquista la prima Coppa di Lega della sua storia. Hanno atteso diversi decenni, ma, alla fine, i Magpies si aggiudicano la finalissima grazie al colpo di testa di Burn al 45′ minuto ed alla zampata di Isak al 52′ minuto, riconquistando un titolo inglese come non capitava dal 1955, vale a dire dal successo in FA Cup. Chiesa entra e segna al 94′ minuto, ma non basta: dopo la Champions, sfuma un altro trofeo per la formazione di Slot. Il Newcastle fa la storia: a Wembley vince la sua prima Coppa di Lega battendo 2-0 il Liverpool, cancellando le sconfitte in finale con le due di Manchester e tornando a vincere un trofeo dopo 19 anni (la Coppa Intertoto nel 2006). Se si parla di titoli in Inghilterra, bisogna addirittura tornare all’FA Cup del 1954/1955. Un’astinenza interna lunga 70 anni e cancellata dal trionfo della squadra di Howe, mentre i Reds salutano un’altra competizione pochi giorni dopo l’eliminazione dalla Champions per mano del Psg ad Anfield. Il match è equilibrato, ma a interrompere la fase di stasi è Burn, che proprio prima dell’intervallo, su cross da calcio d’angolo morbido di Trippier, stacca di testa quasi indisturbato (a marcarlo Mac Allister) centra l’angolino e fa impazzire i Magpies a Wembley. L’intervallo non porta consiglio a Slot, perché nel giro di sette minuti i Reds crollano ancora. Al 51′ minuto, il gol di Isak viene annullato per fuorigioco, ma l’allarme non viene colto dalla capolista in Premier e così, nemmeno un minuto dopo, lo svedese raccoglie la sponda, ancora di testa, di Murphy e di destro batte Kelleher, firmando il 2-0. A quel punto, il tecnico del Liverpool rompe gli indugi e in 18 minuti esaurisce i cambi inserendo Nunz, Jones, Gakpo, Elliott e persino Chiesa. L’ex Juve segna al 94′ minuto su assist proprio di Elliott regalando una speranza ai suoi, poi c’è spazio solo per un potenziale rosso, non estratto, a Joelinton. Ultimi assalti, poi il triplice fischio. La finale di Coppa di Lega termina 2-1, con il Newcastle in lacrime ma stavolta di gioia: finisce un incubo durato 70 anni. Il Liverpool ha ora “solo” la Premier in mano: una settimana da incubo dopo l’addio pure alla Champions.