di Pierluigi DE ASCENTISS
È davvero difficile, trovare nel mondo una squadra come l’Athletic di Bilbao… il club basco è un meraviglioso mix tra storia, tradizione e modernità; ma anche uno straordinario esempio di longevità sportiva ai vertici di un calcio, quello spagnolo, in cui non sempre ha avuto la meglio il Dio denaro…
Nei primi mesi del 2010, ai tifosi dell’Athletic Bilbao, è stato sottoposto un sondaggio sulla possibilità per il club di aprirsi all’ingaggio di giocatori “stranieri”; di giocatori cioè, non baschi, cosa non contemplata, fin dalla sua fondazione, dalla regola di tesseramento della società. Il 94% dei supporters biancorossi ha dato, senza appello, parere negativo, confermando, una volta di più, semmai ce ne fosse ulteriormente necessità, il legame viscerale tra la squadra e il suo territorio, tra gli undici giocatori che vanno in campo la domenica e i cinquantamila spettatori che siedono sugli spalti a spingerli a lottare fino all’ultimo secondo di ogni singola partita. È davvero estremamente complicato trovare, in un calcio sempre più cosmopolita, un club che conservi una tradizione simile, che già da sola basterebbe a spiegare l’aura magica che si respira dalle parti dello Stadio San Mamés. L’Athletic Kluba di Bilbao, nasce alla fine del XIX secolo, grazie alla passione dei lavoratori inglesi che giungevano ogni giorno nel porto della città biscaglina( all’epoca una delle più fiorenti città industriali europee) e agli scambi culturali che coinvolgevano i giovani studenti baschi, che ogni anno avevano la possibilità di trascorrere dei periodi di studio all’interno delle università britanniche; grazie a questo continuo flusso di idee e tradizioni, si diffondeva così la curiosità verso quel nuovo sport, il foot-ball, che gli inglesi dimostravano di conoscere assai bene. Nel 1898, ecco dunque che vede la luce l’Athletic Club, quel club, che oggi, a 116 anni dalla sua fondazione, può essere l’unico a vantarsi, insieme a Barcellona e Real Madrid, del record di squadra mai retrocessa nella Liga spagnola; ma questo è solo uno dei primati di cui Rojiblancos possono fregiarsi: la bacheca della società è infatti piena zeppa di coppe e trofei: tra i tanti, spiccano 8 Campionati Spagnoli vinti, una Supercoppa di Spagna e ben 23 Coppe del Re.
Quando si parla di Athletic, praticamente tutto riconduce a una storia o una curiosità; ad esempio l’h presente nel nome, non è affatto un vezzo stilistico o un particolare di poco conto, ma è in realtà un elemento imprescindibile per la cultura del club, in quanto “serve” a mantenere viva l’internazionalità della società, oltre che come richiamo storico e linguistico alla Gran Bretagna, terra d’origine di alcuni membri fondatori.
Lo stadio in cui il club disputava le sue gare casalinghe fino a un paio di anni fa, era il centro di gravità del culto rojiblanco, tanto da meritarsi, addirittura, lo “status” di Catedràl, cattedrale; inaugurato nel 1913, il San Mamés è stato per oltre un secolo uno dei campi più difficili da violare, non solo in patria, ma anche nel contesto europeo (ne sa qualcosa la Juventus, che qui dovette sudare parecchio, nel 1977, per portare a casa la Coppa Uefa, vinta dopo una vera e propria battaglia!), prima di essere sostituito dal nuovo, iper tecnologico, impianto da 53.000 posti, costruito a poca distanza, che ha conservato la storica denominazione. Proprio la decisione di muovere verso un impianto più moderno, è la testimonianza di come quello che può senza dubbio apparire uno dei club più chiusi e tradizionalisti del vecchio continente, sia, in realtà, uno di quelli più proiettati nel futuro. Va letta in quest’ottica anche l’enorme attenzione riservata dalla società al suo settore giovanile; una cantera, quella basca, capace di lanciare in prima squadra gente del calibro di Fernando Llorente, Andoni Iraola, Fernando Amorebieta, Ander Iturraspe e in ultimo Iker Muniain, autentico fenomeno, capace, nelle ultime sessioni di calciomercato, di attirare su di se lo sguardo dei club di mezzo mondo.
È inutile dire quando grande sia la passione e l’amore dei tifosi verso la squadra; un episodio più di ogni altro rende giustizia al calore dei supporters dell’Athtletic: nella stagione 1982/83, dopo 27 lunghissimi anni, il Bilbao torna a vincere il Campionato; per festeggiare la squadra percorre in barca il fiume Nervión: sulle sue due sponde un milione di sostenitori giunti da ogni parte della Biscaglia, acclama i suoi eroi, nel tripudio generale. Il match più atteso dalla tifoseria è sicuramente quello con la Real Sociedad, l’ altro club dei Paesi Bachi, ma non sono meno sentite le sfide con le squadre, come il Real, simbolo del potere centrale spagnolo, contro cui nella regione è in atto, ormai da decenni, una accesa disputa per l’indipendenza. Non è un caso dunque che uno dei soprannomi con cui si è soliti indicare i componenti del tifo e i giocatori del club sia quello di Los Leones: è noto, infatti, che il vecchio San Mamés sorgesse in prossimità di una chiesa dedicata a Mamés (Mamante in lingua italiana) un cristiano dato dai Romani in pasto ai leoni, i quali però, rifiutarono di sbranarlo, salvandogli la vita!
Insomma, nel nostro viaggio attraverso le Grandi Storie del calcio, non potevamo non fare tappa qui, a Bilbao, dove la Storia incontra la leggenda, e di generazione in generazione diventa Mito.
PALMARÉS
Campionato Spagnolo: 8
1929/30; 1930/31; 1933/34; 1935/36; 1942/43; 1955/56; 1982/83; 1983/84
Coppa del Re: 23
Supercoppa di Spagna: 1
1984
Coppa Eva Duarte: 1
1950
Campionato Basco: 16
Coppa dei Paesi Baschi: 1
1934