di Pierluigi DE ASCENTIS
Il nostro viaggio nelle grandi storie del calcio, questa volta, giunge in Sardegna per andare alla scoperta dell’Unione Sportiva Cagliari e della sua straordinaria tradizione calcistica: da Gigi Riva a Gianfranco Zola passando per Claudio Ranieri e Carlo Mazzone, dallo Scudetto del 1970 alle ambizioni della nuova proprietà…
È il 30 di maggio del 1920 quando il chirurgo Gaetano Fichera decide di fondare il Cagliari Football Club; qualche tempo prima, una rappresentazione sarda si reca in Piemonte per disputare alcune partite: nonostante i pessimi risultati ottenuti, quell’esperienza accende la passione per il gioco del calcio sull’isola e di lì all’iniziativa del dottor Fichera non passerà che qualche mese. Il primo incontro ufficiale, il Cagliari lo disputa nel settembre di quello stesso anno contro la Torres: finisce 5 a 2 per il neonato sodalizio; il grande protagonista è Alberto Figari, che in quell’occasione, realizza una splendida tripletta. In quegli anni la squadra partecipa a numerosi tornei; si mette in luce in particolare nel Torneo Sardegna, che vince guidata dal “player-manager” Giorgio Mereu, che di lì a qualche anno subentrerà a Fichera alla presidenza del club. Dopo una difficile crisi finanziaria, nella seconda metà degli anni venti, Vittorio Tredici e Carlo Marras riassestano la società, aprendo all’ingaggio di giocatori non isolani e affidando la panchina a Robert Winkler, che con le sue idee rivoluzionare da la scossa all’intero ambiente. Il Cagliari infatti, partecipa brillantemente alla Divisione Meridionale del Campionato Italiano e ottiene degli ottimi risultati: al primo tentativo raggiunge le finali, poi centra un quinto posto e infine vince il Girone F di Prima Divisione, conquistandosi la prima partecipazione della sua storia, al Campionato di Serie B.
Nel frattempo a Winkler è subentrato l’ungherese Ernest Erbstein, grande protagonista dei recenti successi; la società però, a un certo punto, non può più permettersi lui e gli altri pezzi migliori della rosa: è il preludio alla grave crisi economica che travolge il club agli inizi degli anni Trenta. Nel 1935 il sodalizio fallisce e si scioglie, ma dalle sue ceneri vede la luce Unione Sportiva Cagliari, che, nell’immediato secondo dopoguerra, dopo anni passati nelle serie minori, centra di nuovo la promozione in cadetteria; l’uomo della rinascita è il nuovo Presidente Domenico Loi, che mette su un grandioso progetto di rilancio, che prevede, tra le altre cose, anche l’abbandono del vecchio campo di Via Pola e il trasferimento nel nuovo Stadio Amsicora. Gli anni Cinquanta sono, per il Cagliari, un’altalena di risultati: sfiora diverse volte la promozione in Serie A, senza mai raggiungerla, fin quando poi, retrocede agli inizi degli anni Sessanta, in Serie C. L’arrivo alla guida della squadra di Arturo Silvestri segna la svolta decisiva: finalmente la rosa viene rafforzata adeguatamente; tra gli altri arriva in squadra, un giovanissimo attaccante di nome Gigi Riva, che si rende immediatamente protagonista della scalata rossoblù: tornato in Serie B, il Cagliari si classifica il primo anno undicesimo, ma nella stagione 1963-64, è secondo in graduatoria, alla spalle del Varese, e raggiunge per la prima volta la promozione nella massima serie. I risultati che seguono sono di tutto rispetto: al primo anno in Serie A, la squadra chiude al sesto posto; è sesta anche l’anno successivo, sotto la gestione di Manlio Scopigno; dopo una breve parentesi con Puricelli allenatore, i rossoblù fanno il definitivo salto di qualità alla fine degli anni Sessanta. Scopigno torna alla guida della squadra, Riva rifiuta ogni offerta dai grandi club del continente ed è più prolifico che mai.
Nella stagione ’67/’68, il Cagliari lotta fino alla fine per vincere il Campionato con Fiorentina e Milan. Il sogno tricolore si realizza però solo l’anno dopo: è il 1970, quando dopo un appassionante testa a testa con la Juventus, il Casteddu si laurea per la prima volta Campione d’Italia. Il 12 aprile, i rossoblù battono in casa il Bari per 2 a 0; la Juventus perde a Roma con la Lazio: con due giornate di anticipo il Cagliari può festeggiare. Un’intera città scende in piazza per esaltare i propri beniamini e in particolare quel ragazzone di Riva, che pur di restare nella sua Cagliari, rifiuta le montagne di denaro offertegli dalla Juventus, dall’Inter, dal Milan. Gigi diventa così la bandiera del club, il suo simbolo, il suo ambasciatore nel mondo. Ancora oggi, Riva, coi suoi 35 gol in 41 gare è il miglior bomber della nazionale italiana, oltre che l’indiscusso detentore dei record di gol realizzati in maglia rossoblù, 164. Ma quella squadra non è solo Riva: basti pensare, solo, che a difendere la porta rossoblù c’è.. Enrico Albertosi!
La stagione successiva inizia alla grande: dopo quattro giornate il Cagliari è già in testa alla classifica, ma l’infortunio che, il suo leader e goleador rimedia in nazionale contro l’Austria, è la chiave di volta di una stagione che prende una brutta piega e finisce con un insipido settimo posto finale. È il preludio a una fase negativa che caratterizza la storia del Casteddu nella seconda metà del decennio. Alla fine del campionato 1973, Scopigno non viene riconfermato; al suo posto viene chiamato Edmondo Fabbri, ma la squadra non gira più. Nelle stagioni seguenti in panchina si sussegue un gran numero di allenatori, ma il declino della squadra è inarrestabile e la retrocessione in Serie B del 1976 è solo la punta di un iceberg ormai alla deriva. Tornato in Serie A nel ’79, il Cagliari retrocede nuovamente in Serie B nel 1983. Per rivedere il Casteddu in massima serie bisogna aspettare fino al 1990, quando la truppa, guidata dell’emergente tecnico Claudio Ranieri, centra la promozione dopo un’esaltante cavalcata conclusa a quota 47 punti. Il ritorno in serie A si caratterizza da subito con due salvezze raggiunte in extremis nelle prime due stagioni, fin quando alla guida del club arriva un nuovo giovane e ambizioso presidente, Massimo Cellino. Cellino chiama in panchina Carlo Mazzone, e nel 1993, il Cagliari è sesto in campionato e qualificato per la coppa Uefa dell’anno successivo. Proprio nella competizione europea della stagione ’93/’94, i sardi s’impongono come protagonisti assoluti, arrivando fino alle semifinali, dove vengono eliminati, nel doppio confronto, dall’Inter.
Un nuovo periodo positivo vede il Cagliari centrare dei buoni risultati all’inizio del nuovo millennio. La squadra (guidata in campo dal talento cristallino di Gianfranco Zola) centra la salvezza nel 2005, nel 2006 e nel 2007; per la stagione 2008/2009, poi, la rosa viene totalmente ridisegnata: la panchina viene affidata al giovane tecnico Massimiliano Allegri, che chiude al nono posto un’annata caratterizzata da un’intenso testa a testa col Palermo per un posto nelle competizioni europee. Oggi, dopo le infauste vicende che hanno caratterizzato gli ultimi anni della sua presidenza, Massimo Cellino ha venduto la società all’imprenditore milanese Tommaso Giulini; per la stagione 2014/15, la squadra è stata affidata a Zdenek Zeman, che però a causa degli scarsi risultati ottenuti, a inizio 2015 viene licenziato e rimpiazzato da Gianfranco Zola.
Il Cagliari disputa le sue gare interne allo Stadio Sant’Elia, l’impianto che la città volle regalare ai Campioni d’Italia nel 1970. Nonostante la ristrutturazione operata per ospitare i Mondiali del 1990, però, oggi la struttura è preda dell’incuria e della malagestione che l’hanno resa decisamente inadeguata ad ospitare gli inconti di un club come il Cagliari. La nuova proprietà si è impegnata nei prossimi anni a costruire un nuovo impianto più moderno e al passo coi tempi e ogni appassionato di calcio, non può fare altro che unirsi alla speranza dei tifosi rossoblù di vedere, finalmente, tutto questo realizzato.
Una piccola curiosità riguarda i colori che caratterizzano la maglia del club: i tradizionali rosso e blù sono stati adottati solo nel 1926: la maglia del Cagliari, infatti, agli esordi era nero-azzurra! Un particolare che, chissà, potrebbe ispirare nuovamente i designer dello sponsor tecnico nei prossimi anni, magari sotto l’impulso, proprio del nuovo presidente, che mai ha negato la sua radicata.. fede interista!
PALMARÈS
Campionato Italiano: 1
1969/70
Serie C: 1
1951/52
Coppa Italia Serie C: 1
1988/1989