Brasil 2014: Gruppo E, enigma Francia, è la volta buona per la Svizzera?

di Alfonso Maria TROIANIELLO

Nel girone E le due squadre Europee sono ampiamente favorite, il gap rispetto alle compagini Americane è marcato ed è difficile pensare o prevedere miracoli sportivi e se i Blues devono riscattare la pessima rassegna scorsa, gli elvetici hanno l’obbligo e l’occasione di ben figurare visto il notevole talento e l’esperienza che hanno.

FRANCIA – Gli sportivi d’oltralpe avranno sicuramente gioito quando sono stati resi noti gli accoppiamenti per la fase a gironi di questi Mondiali, risultati particolarmente benevoli ma gli infortuni dell’ultimo minuto della stella della squadra Franck Ribery e di Clement Grenier rischiano di indebolire una selezione che nell’approccio mentale ai grandi eventi ha sempre avuto il suo punto debole. L’assenza dell’asso del Bayern Monaco, vero e proprio fattore sulla fascia sinistra, oltre a colpire l’intera squadra dovrà far riflettere il CT sull’opportunità di variare il modulo Benzema sarebbe sprecato in un ruolo di sacrificio lontano dalla porta. La patata bollente passa a Deschamps, allenatore che nelle coppe ha dimostrato di sbagliare raramente ed anzi ottenere ottimi risultati. Comunque la rosa è ampia, ben assortita, con esperienza ma ricchissima di giocatori di grandissimo avvenire. Il punto debole potrebbe essere quindi solo psicologico.

SVIZZERA – Gli elvetici sono alla terza partecipazione consecutiva alle fasi finali dei Mondiali e questo potrebbe essere il loro turno.L’esperto CT Ottmar Hitzfeld, che ha un curriculum di tutto rispetto, può contare su una rosa di ottimolivello e punta ad migliorare il risultato ottenuto da questa compagine nel mondiale di casa del 1954, ovvero i quarti di Finale.
Il blocco principale è formato dai giocatori del Basilea e da quelli che militano, o sono transitati, nella nostra Serie A, insieme a diversi giovani, un mix tra esperienza e freschezza figlio come nel caso del Belgio anche di molte etnie diverse.
Il centrocampo in particolare potrebbe essere anche costituito interamente dal blocco del Napoli con Behrami, Inler e Dzemaili a garantire quantità ed intesa sia in uno schieramento a 3 che a 2. La stella della squadra è di sicuro Xherdan Shaqiri, che ha tutto dalla sua: numeri, velocità, fantasia, conclusioni. Ed è chiamato a responsabilizzarsi, per la sua definitiva consacrazione. Il percorso della Svizzera passa per i suoi piedi.

ECUADOR – L’Ecuador si presenta a questa manifestazione con il buon biglietto da visita del quarto posto ottenuto nelle qualificazioni Sudamericane che le ha permesso di evitare uno spareggio al quale ha dovuto partecipare il ben più quotato Uruguay, ma è decisamente la più debole  tra le squadre di quell’area geografica.
Alla sua terza partecipazione complessiva, tutte dal 2002 ad oggi (ha saltato solo la rassegna Sudafricana), è difficile credere che in una sua competitività per i primi due posti nel girone.
In panchina siederà Reinaldo Rueda e questo sembra essere il vero valore aggiunto. Il tecnico Colombiano è tatticamente uno dei più preparati e il suo studio dell’avversario è meticoloso (ne sa qualcosa l’Inghilterra, fermata sul 2-2 quattro giorni fa) e questa potrebbe essere l’arma principale di un Ecuador che ha l’obbligo di  vincere la partita inaugurale.

HONDURAS – Insieme all’Iran rappresenta la più classica delle squadre materasso di Brasile 2014 e si presenta senza alcuna pretesa di risultato: il bagaglio tecnico è povero, la maggior parte dei suoi calciatori milita in campionati minori e quelli che giocano in Europa lo fanno in squadre di seconda e terza fascia. Il tecnico è un altro Colombiano, Luis Fernando Suarez, ex selezionatore dell’Ecuador (così come l’attuale allenatore dell’Ecuador ha avuto un passato molto apprezzato nell’Honduras) ed anche lui ben preparato tatticamente.

 

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